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PALAZZI DEI ROLLI

All’epoca a cui ci riferiamo, la città non aveva a disposizione una prestigiosa residenza di rappresentanza per poter soddisfare tali esigenze, essendosi costituita come una Repubblica aristocratica grazie alla trasformazione politica sostenuta da Andrea Doria a partire dal 1528. La ricca aristocrazia aveva invece provveduto a grandi investimenti urbanistici, capaci di trasfigurare il volto della città e di dotarla di un formidabile complesso di palazzi “nuovi” e dalle strepitose caratteristiche non solo architettoniche, ma anche decorative. Fu quindi l’aristocrazia a farsi carico del famigerato “hospitaggio”: l’accoglienza delle visite di stato. Questo sistema di ospitalità diffuso sulle dimore aristocratiche venne codificato in veri e propri decreti del Senato della Repubblica che stilavano degli elenchi – o “ruoli” – dei palazzi ritenuti idonei a questa pratica. Oggi noi chiamiamo questa pratica il Sistema dei Palazzi dei Rolli, di cui abbiamo una prima documentazione a partire dal 1576.


La sistemazione di personaggi illustri e del loro seguito nei palazzi privati veniva regolata da un preciso cerimoniale, che però ha continuato a cambiare ed evolversi nel corso degli anni.

I palazzi erano suddivisi in “bussoli”, livelli che indicavano lo status della famiglia ospitante ed erano basati su tre fattori principali: la grandezza e la sontuosità dell’edificio, il prestigio dell’ospite e l’importanza sociale ed economica del proprietario del palazzo.

Quando erano previste delegazioni in arrivo a Genova, il Doge in carica estraeva a sorte il palazzo che avrebbe accolto l’ospite riconoscendo alla famiglia ospitante un rimborso da parte della Repubblica.

Il trattamento riservato era diverso per le persone che alloggiavano all’interno dei palazzi dei Rolli:


1) L’ospite era alloggiato e spesato totalmente a carico dello Stato per l’intera durata del soggiorno: erano le visite del Papa e dei regnanti, compresi i loro figli primogeniti legittimi;

2) L’ospite era alloggiato in una casa «apparecchiata», cioè fornita di tutto il necessario, ma per tale soggiorno non erano stanziati fondi per pubblici intrattenimenti: era il trattamento sostanzialmente riservato ad ambasciatori e nunzi papali;

3) All’ospite era messa a disposizione solamente la casa, non apparecchiata: erano le visite degli «altri personaggi».


Tra gli ospiti illustri che sono stati documentati possiamo trovare nel 1656 don Giovanni d’Austria figlio del Re Cattolico Filippo IV di Spagna, nel 1663 il Cardinal d’Este e il duca di Crequi e nel 1739 Gran Duca di Toscana, Francesco III di Lorena, futuro Imperatore Francesco I, che ha alloggiato presso la casa del Magnifico Cesare Gentile.


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